L’invenzione del soul viene comunemente attribuita a Ray Charles che , con “I got a Woman”, nel 1955, ha fuso il lamento del gospel con il trascinante impeto del rhythm & blues: la fusione è stata accolta con un entusiasmo pari solo all’indignazione dei tanti che vedevano in questa commistione di sacro e profano, di diavolo ed acqua santa, un accostamento sacrilego, tanto che alcuni membri della band decisero di uscire dal gruppo per non prendere parte all’atto “blasfemo”.
Non è l’ultima delle invenzioni di Charles, che ha esteso in poco tempo i confini della musica che lui stesso aveva contribuito a creare, introducendovi elementi jazz per poi riscoprire il country, musica con cui era cresciuto nel sud segregazionista degli Stati uniti.
Altri artisti vanno ricordati accanto a lui per il lavoro pionieristico fatto nel traghettare la musica nera dal rhtyhm’n’ blues al soul, in particolare Sam Cooke e Jackie Wilson.
Il primo è giustamente considerato il più importante interprete soul di tutti i tempi: cresciuto ascoltando e cantando gospel e doo-wop (in particolare gli Ink Spots sempre citati come influenza fondamentale) Cooke è stato anche tra i primi a firmare personalmente le proprie canzoni, da quelle più vicine alle forme tradizionali del doo wop come “You Send Me” alla splendida “ A Change is Gonna Come”, una delle espressioni più belle del soul “socialmente impegnato”, sorta di risposta della musica nera al movimento contro culturale guidato dal Dylan prima maniera.
Jackie Wilson scarsamente popolare in quanto maggiormente predisposto alla dimensione live: animale da palco impareggiabile, dotato di una grinta e di un’aggressività che poteva rivaleggiare con quella del più noto James Brown.
Quest’ultimo, noto come “Padrino del soul” o “Mr. Dinamite”, resta uno dei più grandi inventori della musica nera, avanti anni luce rispetto ai suoi contemporanei
Negli anni che seguono i ’60 il soul si è affermato come musica nera per eccellenza, sia come musica da festa se non da ballo, sia come risposta nera al folk e in genere alla musica della controcultura bianca, rappresentando cioè le lotte per i diritti civili della minoranza nera.
Da un lato il soul festoso e dalla forte connotazione pop, spesso parente stretto del doo-wop, di gruppi come Shirelles e Ronettes, con pezzi che spesso sono firmati dai migliori autori di musica pop dell’epoca. Dall’altro il soul di invettiva politica e ribellione quello che anima pezzi come “Respect” e “A Change Is Gonna Come”, di Otis Redding, noto artista soul che ha omaggiato il maestro Sam Cooke. Redding appartiene al southern soul, caratterizzato da un suono ruvido e ancora vicino al rhythm and blues, destinato a prosperare fino all’avvento degli anni ’70.
Il soul virato verso il pop è invece tipico di artisti quali Temptations, Commodores, ma soprattutto Stevie Wonder e Marvin Gaye. Questi ultimi sono tra i principali responsabili dell’evoluzione del suono del soul che hanno traghettato verso lidi che non aveva ancora nemmeno intravisto. Marvin Gaye autore del brano “I Heard it Through the Grapevine”, e del disco “What’s Goin’ on”, nel quale un reduce del Vietnam ad un ritmo compreso tra il lamento gospel e l’invettiva politica, racconta “il degrado urbano, i problemi ambientali, le turbolenze militari, la brutalità della polizia, la disoccupazione e la povertà”. La veste sonora non è da meno: raffinata, contaminata dal jazz, atmosferica e commovente, fa di questo disco il capolavoro assoluto e indiscusso della musica nera.
Stevie Wonder, in modo completamente opposto e spesso antitetico rispetto a Gaye, Stevie Wonder, è riuscito ad introdurre nel soul passaggi melodici e sonorità inedite destinate a restare impresse indelebilmente nella tradizione musicale soul (e non solo): basti pensare all’influenza che ancora nel nuovo millennio eserciterà sugli artisti del cosiddetto nu-soul. Wonder ha cominciato a rivelare appieno tutto il suo talento compositivo tra il 1972 ed il 1976 quando ha registrato uno dei primi album pop in cui venivano utilizzati principalmente strumenti elettronici. Effettivamente si trattava di pop, sebbene la musica venisse utilizzata per affrontare tematiche sociali, ma di un pop portato ai suoi massimi livelli melodici in un’operazione che ha portato spesso a considerare Wonder la controparte soul dei Beatles.
Testo liberamente riadattato dal sito web www.storiadellamusica.it
Brani Soul in repertorio
Unchain my heart – Soul – Ray Charles
Hit the road jack – Soul – RayCharles
Ain’t No Sunshine – Suol – Bill Whiters
Glory – John Legend
Human – Rag’n’bone Man
Rise up – Andra Day