Nata dall’incontro tra le melodie della tradizione africana e gli idiomi e le strutture di quella occidentale, fu inizialmente la musica degli schiavi impegnati nelle piantagioni. A partire dalle forme originarie, quali canti di lavoro, richiami, grida di campo e di strada, la musica a. si sviluppò nel corso dei decenni in generi più evoluti quali il blues e il jazz.
La musica Africana era formata da 5 toni e priva di semitoni ed era basata sulla sovrapposizione di ritmiche diverse e sulle variazioni timbriche degli strumenti percussivi. In Africa i tamburi venivano usati per comunicare a distanza formando vere e proprie parole cui si sovrapponevano testi improvvisati, poiché la musica Africana era tramandata e non scritta. Essa risultava funzionale allo svolgersi di un rituale o all’accompagnamento di un lavoro.
Non a caso, prima ancora del blues e del gospel, nascono i Work Song, che derivano da un’usanza tradizionale dell’Africa Occidentale e sono la prima espressione musicale del nero afroamericano. Lo schiavo di seconda generazione ha prima ascoltato le nenie cantate dai suoi genitori e poi ha cominciato a plasmarle prendendo come punto di riferimento il nuovo continente; questo in parte perché la musica originaria Africana era nata per accompagnare il lavoro degli agricoltori, non di forzati del lavoro come gli schiavi neri e in parte perché i padroni bianchi proibivano ogni riferimento agli dei ed alle religioni africane, che ricordavano ai neri l’antica libertà e potevano istigarne gli istinti di fuga.
Contemporaneamente nelle regioni a dominazione Francese e Spagnola molta più liberta veniva concessa agli schiavi deportati e si verificarono fenomeni di fusione di religioni che vedevano, ad esempio, la coesistenza di Cristianesimo e voodoo, mentre danze e tradizioni musicali venivano mantenute in vita: emblematici i casi di Haiti, Brasile, Cuba, Giamaica, Guyana e New Orleans, luoghi in cui sono nate musiche meticcie ed esotiche e dove hanno preso origine tradizioni musicali floridissime. Cruciale si rivelerà in particolare New Orleans, dove i neri si ritrovavano a danzare a Congo Square e dove, dal cozzare tra la tradizione Africana e la musica delle bande Francesi trarrà le sue origini il jazz.
Una delle caratteristiche più importanti riprese nei canti di lavoro dalla musica africana è lo schema secondo cui una voce canta, e un coro le risponde: è il cosiddetto canto antifonale che sarà responsabile dello schema del blues. Ma della musica tradizionale Africana resta anche la tendenza ad improvvisare, contrapponendosi alla tradizione Europea che si fondava sulla regolarità dei suoni: gli sbalzi e le continue variazioni nelle voci di questi canti divengono il modello su cui si formeranno anche le parti strumentali del blues e del jazz.
Testo liberamente riadattato dal sito web www.storiadellamusica.it
Brani di musica afro americana e work song in repertorio:
Kumbaya – African Song – Traditional
See line woman – African Song – Traditional
Mother Africa – African Song – Traditional
Coconut woman – Work Song – Harry Belafonte
Pick a bale o cotton – Work Song – Harry Belafonte
Mama look a Boo Boo – Carribean Song – Traditional– Harry Belafonte
Fly Away – African Song – Take 6
Day O – Work Song – Harry Belafonte
Jamaica Farewell – Work Song – Traditional – Harry Belafonte
Whimowhea – African Song – Traditional